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Attualità e Politica

07/08/2018 | 10:00

Decreto Dignità, Mirabelli (PD): "Bene il divieto di pubblicità, ma serve riordino complessivo delle norme sui giochi"

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Decreto Dignità Mirabelli giochi

ROMA - «Non sottovalutiamo assolutamente l'importanza della proibizione della pubblicità: credo che sia un provvedimento giusto, necessario per ridurre la domanda di gioco», che «interviene dopo una regolamentazione che i Governi precedenti avevano già messo in campo sulla pubblicità, proibendo la pubblicità in RAI e stabilendo delle regole ferree rispetto agli orari in cui era possibile trasmettere pubblicità sulle reti generaliste». Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli (PD), intervenuto in Aula nel corso della discussione generale sul decreto Dignità. «Riconosciamo che quella regolamentazione non era sufficiente. È evidente che, soprattutto in occasione degli avvenimenti sportivi e sulle televisioni specializzate nello sport, si è arrivati a un vero e proprio abuso della pubblicità, in particolare in relazione alle scommesse. Quindi è giusto proibire la pubblicità, non abbiamo difficoltà a riconoscerlo», ma «sul gioco serve fare di più: serve un riordino vero, serve ridurre l'offerta, servono regole per tutelare le persone, la formazione degli operatori, regole che sono scritte e che si potevano già mettere in questo decreto perché non costano nulla. Servono regole per la trasparenza, per controllare le filiere e dare responsabilità ai concessionari». Con il decreto Dignità «non solo si aumenta il PREU per coprire le perdite che lo Stato ha dalla proibizione della pubblicità, ma si aumenta ulteriormente il PREU, cioè si aumenta ulteriormente la tassazione sul gioco, per finanziare le decontribuzioni per le assunzioni. Allora, se volete combattere il gioco, non serve la retorica: cominciamo a dire che lo Stato vuole usare meno soldi dal gioco e non che aumenta le tasse e usa il gioco per finanziare anche nuovi provvedimenti. Altrimenti è un imbroglio», ha concluso.
MSC/Agipro

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