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Ultimo aggiornamento il 22/10/2024 alle ore 21:14

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22/10/2024 | 11:21

Giochi e diritto: lo studio legale WHP apre un ufficio a Roma, a guidarlo sarà l’avvocato Quirino Mancini

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Giochi e diritto: lo studio legale WHP apre un ufficio a Roma a guidarlo sarà l’avvocato Quirino Mancini

ROMA - Lo studio legale maltese WHP cambia marcia in Italia. L’avvocato Quirino Mancini – terminata l’esperienza con Tonucci&partners - sarà responsabile con il partner Andrea Marchetti per le attività italiane dello studio che aprirà a Roma nel giro di poche settimane. A spiegare la strategia di WHP Italy ad Agipronews sono – a margine della conferenza Iagr-Imgl in corso a Roma - lo stesso Quirino Mancini e James Scicluna, notissimo avvocato maltese con esperienza e relazioni nel gaming italiano.

Scicluna, che ha fondato WH Partners, sottolinea: ”Abbiamo con Mancini una proficua relazione professionale per molti anni – forse quindici. Ora è emersa l’occasione di lanciare una partnership con lui e i suoi colleghi italiani. Stiamo aprendo un ufficio in una bellissima zona di Roma con l’ambizione di coprire tutto il mercato italiano e non soltanto nel settore del gaming. E’ un team di grande esperienza, abbiamo già una squadra di otto legali al lavoro con noi”. L’Italia è solo uno dei mercati in cui siamo attivi, aggiunge Scicluna: “Abbiamo lavorato tanto con clienti che hanno un business in Italia: il nuovo ufficio si aggiungerà alle sedi di Malta, dove è nato lo studio, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Emirati Arabi Uniti. L’Italia è un mercato interessante con tante opportunità, è un posto dove vogliamo imporre lo stile dinamico di gestione di uno studio legale internazionale, il nostro modo innovativo di interagire con i clienti”.

Nel nostro paese, la sfida del riordino è imminente e decisiva, spiega Quirino Mancini, partner dello studio: “Con particolare riguardo al settore di cui mi occupo, abbiamo una base molto solida di clienti che dovranno preparare la nuova gara, in condizioni totalmente diverse rispetto al passato. Le autorità italiane hanno alzato l’asticella, siamo passati da 200mila a 7 milioni di euro per acquisire una concessione”. Cosa state consigliando alle grandi società estere di gioco online? “I nostri clienti stanno cercando di capire se vale la pena investire ancora su un mercato oggettivamente così selettivo. Li accompagneremo nella partecipazione alla procedura, naturalmente, ma soprattutto nella fase preliminare intendiamo aiutarli ed accompagnarli nelle giuste scelte strategiche. Non saremo i classici avvocati che danno solo consigli tecnici, piuttosto proveremo a comprendere meglio la loro mentalità e condividere il loro approccio, aiutandoli a fare la scelta giusta”. il dilemma riguarda soprattutto se procedere con un business di online puro o ibrido: “A giudicare dalle ultime interlocuzioni con una serie di potenziali clienti e potenziali tali, specie di chi tra loro non è presente nel mercato italiano, direi che le idee non sono del tutto chiare”, sottolinea Mancini. “Mi sono reso conto che molti hanno una visione non del tutto giusta e a volte persino superficiale del mercato italiano. Si trovano spesso davanti due strade: attendere la gara o procedere con un’acquisizione. In quest’ultimo caso, i numeri non sempre sono sufficienti per compiere un salto di qualità in termini di market share e poi esiste una certa diffidenza verso il rapporto – non semplice - con il territorio. Noi siamo consapevoli che ormai non esiste più – dal decreto Dignità in poi – una vera contrapposizione tra online e retail”, aggiunge. Secondo Scicluna, in conclusione, “L’Italia non può essere ignorata, tutti hanno grande interesse nel capire cosa sta avvenendo perché si tratta di uno dei primi mercati in Europa”.

NT/Agipro

Foto credits Pqsels CC0 1.0 Universal

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