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Ultimo aggiornamento il 05/02/2025 alle ore 19:00

Attualità e Politica

05/02/2025 | 13:13

Gioco, As.tro replica alla Gazzetta di Reggio: “1,20 euro di spesa al giorno a persona, non si può parlare di 'crisi d'azzardo'”

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Gioco As.tro replica alla Gazzetta di Reggio: “1 20 euro di spesa al giorno a persona non si può parlare di 'crisi d'azzardo'”

ROMA – “L'affermazione secondo cui, nella provincia di Reggio Emilia, si starebbe assistendo a una 'crisi d'azzardo' si basa sul fatto che la media dei residenti (di età compresa tra i 18 e i 74 anni), spende 1,20 euro al giorno per il gioco d’azzardo, l’equivalente del costo di un caffè”. È quanto si legge nella replica del presidente di Assotrattenimento (As.tro), Massimiliano Pucci, a un articolo pubblicato dalla Gazzetta di Reggio il 31 gennaio, con il titolo “Gioco d'azzardo, Reggiolo è la Las Vegas della provincia di Reggio Emilia”. 

Dall'articolo, sottolinea Pucci, si dedurrebbe che la spesa annuale, per persona, nel gioco lecito, nella provincia, supererebbe i 2.500 euro. “Tuttavia – si legge nel comunicato di As.tro – questa cifra è riportata in maniera fuorviante. Infatti, come poi correttamente precisato nel primo paragrafo dell’articolo, tale importo si riferisce al giocato e non alla spesa effettiva che invece oscillerebbe tra i 188 e i 193 milioni di euro complessivi (sommando gioco fisico e gioco online), rispetto alla quale, però, sia nell’articolo che nel report da cui sono stati attinti i dati, non è stato specificato l’importo pro capite. Quindi, anche assumendo come valida la cifra massima della forbice indicante la spesa, ossia 193 milioni di euro, l'importo pro-capite risulta essere di 435 euro annui, ovvero circa 1,20 euro al giorno”.

“Abbiamo notato – aggiunge Pucci – che questa modalità di presentazione dei dati, attuata omettendo il dato pro-capite della spesa, dando invece risalto al dato pro-capite, caratterizza l'intero report Pane e Azzardo”. Si tratta di una metodologia scorretta dal punto di vista analitico ma risulta funzionale per coloro che da anni conducono la crociata contro il gioco legale, in quanto consente loro di utilizzare ad arte il conseguente effetto allarmistico”. As.tro non intende sottovalutare il problema del gioco patologico, ma ritiene che la sua incidenza sociale andrebbe misurata sui “dati sanitari” e non su quelli “contabili”.

DVA/Agipro

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