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Attualità e Politica

22/04/2020 | 15:06

Scommesse, Tar Emilia: anche i ctd senza licenza devono rispettare il distanziometro

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ROMA - Anche i centri scommesse privi di licenza e concessione devono rispettare il "distanziometro" previsto dalle leggi regionali sul gioco, e in caso di violazione a chiuderle può essere anche il Comune. È quanto precisa la sentenza del Tar Emilia Romagna sul caso del ctd di Castel San Giovanni (PC), a cui l'Amministrazione aveva imposto la chiusura per il mancato rispetto delle distanze minime dai luoghi sensibili. I giudici hanno respinto il ricorso della società titolare della sala, collegata a un bookmaker senza concessione, che pur operando con l'autorizzazione della Questura era priva di licenza per l'attività di scommesse: secondo i gestori della sala, la mancanza di licenza escluderebbe il ctd dall'elenco di attività sottoposte al distanziometro. Il Tar fa però presente il «lungo approfondimento» effettuato dal Comune con la Regione, secondo la quale la considerazione sulla licenza «nulla toglie alla definizione di sala per la raccolta di scommesse/gioco d’azzardo, destinataria dei divieti previsti dalla legge regionale». Una tesi confermata anche dai giudici: «Non si vede per quale ragione» i ctd privi di licenza e concessione «non dovrebbero essere tenuti» a rispettare la legge al pari «di quelli che hanno aderito» alla sanatoria del 2015, che aveva regolarizzato i centri fino ad allora privi di autorizzazione. Dunque, nel caso in cui tali sale violino le disposizioni sul distanziometro, la chiusura può essere disposta anche dal Comune: in questo caso il punto non sono questioni legate all'ordine pubblico, di competenza statale, bensì di salute. Il contrasto alla ludopatia rientra in questo tipo di tutela, per la quale le amministrazioni locali hanno facoltà di intervenire. LL/Agipro

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