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09/07/2013 | 11:38

Totocalcio, Scialpi al Coni: "Quella vincita da 1 miliardo di lire mi spetta, non mi arrendo"

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ROMA - " In questi 32 anni ho pagato tutto di tasca mia e fatto molti sacrifici, ma non sono stanco di chiedere quello che mi spetta". Martino Scialpi fa sentire ancore la sua voce, e questa mattina é venuto davanti alla sede del Coni, a Roma. Ha montato da solo il suo gazebo, per poi smontarlo prima del previsto per motivi di ordine pubblico. Ma é rimasto lì con i suoi faldoni di carte, che lo accompagnano da 32 anni, per dimostrare le sue ragioni. Un ulteriore passo nella vicenda del commerciante di Martina Franca che nel 1981 fece un 13 da poco più di un miliardo di lire, ma non ha mai potuto riscuotere la vincita perché la matrice non era stata consegnata dalla ricevitoria. "In tutti questi anni ho pensato, qualche volta, di tirarmi  indietro - ha raccontato Scialpi ad Agipronews - ma ormai ero dentro e non potevo arrendermi. Già nel 2009 sono venuto qui a Roma con striscioni per far valere la mia posizione, oggi sono ancora qui".
Di recente Scialpi ha inviato al Coni un atto di precetto per sollecitare il pagamento che, ha evidenziato il Comitato Olimpico attraverso un comunicato, "è radicalmente nullo" perché basato "su un’'errata ordinanza del Tribunale di Roma del 9 febbraio 2012, prontamente revocata il 14 marzo successivo dallo stesso Tribunale". L'avvocato di Scialpi Guglielmo Boccia, però, rifiuta questa posizione e parla di continuo "accanimento del Coni", precisando che "andremo avanti e nei prossimi giorni procederemo con le prime richieste di pignoramento".
Martino Scialpi, invece, continua a sperare mentre porta avanti la sua attività nel campo dell'abbigliamento. E continua a sognare come quando ha scoperto di aver fatto 13: "Non sono mai stato uno spendaccione, ma ho avuto una vita intensa, ho una bella famiglia e tre figli. Con quei soldi  - ha concluso - finanzierei una serie di progetti che sto portando avanti. Il più importante é con un gruppo di medici ed é legato alla sperimentazione di una cura tibetana alternativa che potrebbe portare a una svolta nell'ambito della salute pubblica".
SA/Agipro

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