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Poker & Casinò

27/12/2011 | 14:00

Poker, quando il look diventa un "tell"

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poker quando il look diventa un tell

ROMA - C'è chi studia lo stile dell'avversario analizzando le sue mani più famose e chi invece è attento soprattutto ai "tells" degli opponenti al tavolo verde. Ma c'è anche chi per decidere la strategia da utilizzare contro i propri rivali nei tornei di poker si affida ad elementi molto più "frivoli" e streotipati. Il pro finlandese Miika Anttonen (oltre 500mila dollari di profitti tra online e tornei dal vivo) ha confessato di pianificare le mani di poker in base all'abbigliamento degli avversari. "Se di fronte ho un giovane italiano, vestito alla moda e con un bell'orologio al polso non ho dubbi. Di sicuro sta bluffando o comunque so che giocherà in maniera 'pomposa'. Se gioco contro un elegante signore di mezza età, capisco già che non rilancerà oltre il grande buio e quando invece mi trovo di fronte a giovani giocatori svedesi con il cappuccio tirato in testa e le cuffiette dell'iPod, mi preparo a rilanciare di brutto perché so che questi sono i giocatori più folli". La legge dello "stereotipo", però, colpisce anche Miika, che visto il suo look spettinato e da ragazzino ultimamente ha visto andare in fumo parecchi dei suoi bluff. A Praga, ad esempio è andato fuori sia all'Ept che al Wpt provando (senza riuscirci) a far passare degli avversari che in mano avevano una coppia d'assi e una di kappa, mentre lui non poteva contare su alcun punto nelle carte personali.AG/Agipro

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