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Poker & Casinò

23/08/2005 | 19:33

SPECIALE CASINO’ DI SANREMO: CRONACA DI UNA CRISI ANNUNCIATA, IL PANORAMA POLITICO

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speciale casino di sanremo cronaca di una crisi annunciata il panorama politico
(a.c.) - Passare sotto la lente d’ingrandimento la storia degli ultimi due anni di vita del Casinò di Sanremo - S.p.A. i cui azionisti sono per l’80% il Comune, mentre per il restante 20% la Provincia - riporta alla memoria un’opera di Gabriel Garçia Marquez, nella quale tutti conoscono dettagliatamente modi e tempi della morte di un uomo ignaro, invece, della sua fine imminente.
In questa trasposizione giornalistica della cronaca di una morte annunciata, gli elementi  tipici del “canovaccio” all’italiana ci sono tutti: scontro politico, scandali e presunta corruzione, intervento della magistratura, precarie situazioni contrattuali e sindacali per i lavoratori. Non sembra mancare proprio nulla.
La crisi del Casinò, una delle quattro case da gioco italiane, ha radici relativamente recenti.
Ma sicuramente ragioni politiche.
Tutto ebbe inizio, infatti, con l’avviso di garanzia spedito dal Sostituto Procuratore della “Città dei Fiori”, Antonella Politi, al primo cittadino, l’ex Sindaco della Casa delle Libertà, Giovenale Bottini: l’accusa per lui era quella di aver incassato tangenti per 750 mila euro in cinque anni, al fine di favorire un imprenditore locale nell’organizzazione di spettacoli inseriti nel ricco e prestigioso calendario sanremese. Era il 1 dicembre del 2003.  I “chiari di luna” si erano manifestati già nel primo bilancio di quest’anno: l’incasso del casinò di Sanremo relativo al gennaio 2005 era stato infatti di 8,5 milioni di euro, con una perdita netta di circa 1,4 milioni di euro rispetto allo stesso periodo nel 2004. Nonostante il trend positivo delle slot machine – la quali avevano realizzato circa 6,5 milioni di euro (il 76,47% del totale degli incassi), forti perdite erano state registrate soprattutto dalle roulette (- 1 milione di euro).
La situazione degli incassi al 30 giugno 2005, ovvero nei primi 6 mesi di gestione, non appariva migliorata, confermando il trend negativo: il casinò di Sanremo aveva infatti incassato oltre 43 milioni di euro, con una perdita rispetto ai primi sei mesi del 2004 di quasi 8 milioni.
A giugno si commentò il fatto dicendo che la debacle sanremese rispecchiava una tendenza che aveva investito anche le altre case da gioco italiane: da gennaio a giugno 2005 il casinò di Venezia registrava una perdita negli incassi del 16,40%, Saint Vincent del 10,85%, mentre Campione del 10,16%. Crisi evidente di incassi, ma anche di ingressi, si disse: le quattro case da gioco italiane avevano registrato su questo fronte una perdita di visitatori pari al 5,38%.
Dati più recenti, ovvero quelli relativi al fine settimana di Ferragosto, hanno mostrato una lieve ripresa. Nel solo week end dal 13 al 15 di agosto gli incassi del casinò di Sanremo hanno superato 1,3 milioni di euro, mentre le presenze nelle sole sale private sono state 1.700.
Benché gli incassi dall’inizio dell’anno a ferragosto abbiano superato i 55 milioni di euro, la tendenza complessiva non sembra migliorare. Ma le vicissitudini del casinò di Sanremo non sembrano avere termine.
La lenta e tardiva azione della magistratura, infatti, sta ancora cercando di fare luce su almeno due fatti clamorosi che hanno visto al centro delle vicende proprio alcuni personaggi vicini alla casa da gioco.
Nell’udienza preliminare dell’inchiesta relativa alle cosiddette “Vincite facili” (i fatti si sono svolti nel 2000), il Giudice M. Grazia Leopardi ha rinviato a giudizio 10 persone prosciogliendone 22 dall’accusa di “truffa aggravata e continua in concorso”. I fatti vedrebbero coinvolti diversi impiegati del casinò che,  almeno secondo le accuse del P. M. Francesco Pescetto, avrebbero compilato falsi mandati di pagamento con cifre superiori ai 1.500 euro, per presunti giocatori che, a loro volta, avrebbero incassato “cash”, vincite mai effettuate.
Tra errori di notifica e procedure inadeguate, l’ultima trance del procedimento contro gli indagati si è tenuta il 4 luglio scorso.
A seguire, rimane in piedi l’altra altisonante vicenda giudiziaria, quella relativa ai presunti episodi di corruzione  all’Accademia della Canzone (il cui appalto fu affidato ad Angelo Esposito) seguita dai fatti inerenti il servizio di ristorazione del casinò di Sanremo (il cui appalto fu invece affidato alla “Metropole S.r.l.”). Fu proprio in seguito a queste vicende che l’ex Sindaco, Giovanale Bottini, ed un Assessore della sua Giunta, Antonio Bissolotti, furono costretti alle dimissioni.

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