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Calcio

18/06/2015 | 15:46

Calciomercato, frenesia dei bookmaker attorno al "nuovo Ibra" John Guidetti: "Sappiamo che giocherà in Italia"

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ROMA – Troppa attenzione per non destare il sospetto che le vie infinite del mercato siano orientate verso la Serie A. E il fermento che c’è in queste ore nelle sacre stanze dei quotisti di grido dei bookmaker esteri si tramuta in una indicazione che sfiora l’evidenza, attorno all’ennesimo "nuovo Ibra": John Guidetti. “Giocherà in Italia” lo dicono senza timore  - ma garantendosi l'anonimato  -diversi bookmaker internazionali, che in mezzo ai mille rumours di mercato di questi giorni (chi prende la Juve al posto di Tevez? La Roma è su Dzeko, anzi, no, su Bacca) dedicano le loro attenzioni proprio a lui, John Guidetti, "vecchia" promessa del calcio (è da quando ha sedici anni che si parla di lui, ora ne ha 23) ancora in attesa del boom. Più volte - in primis perché è svedese, ma anche per tecnica, personalità e fisico - è stato paragonato proprio a Zlatan Ibrahimovic: ora è nel mirino di Udinese e Inter e i quotisti gli stendono il tappeto rosso per un futuro in Italia. Prima di pubblicare una quota, e mettere a rischio il banco con un errore di valutazione, i bookmaker, si sa, devono informarsi a dovere. Ad esempio, tra chi sostiene l'ipotesi che Guidetti giocherà in Italia c'è la sigla Unibet, bookmaker anglo-svedese, che quindi ha modo di seguire più da vicino le sue vicende e che per lui prevede un futuro all'Udinese, data come favorita, a 2,75 (una quota in calo negli ultimi giorni, proprio per prevenire un "bagno di sangue" economico), nella scommessa sulla sua prossima squadra. Una quota suggestiva proprio come la storia di Guidetti: nato in Svezia, ma di chiare origini italiane, è cresciuto dribblando i suoi coetanei per strada a Nairobi, dove la sua famiglia si era trasferita per lavoro. Tornato in Svezia brilla con il Brommapojkarna, solo due presenze in campionato, ma bastano per attirare le attenzioni del City, che nel 2008, quando ha sedici anni, lo chiama nel suo settore giovanile. Dopo due stagioni comincia la girandola dei prestiti: di nuovo in Svezia, poi al Burnley e successivamente al Feyenoord, dove nel 2011 ha vissuto la sua stagione migliore, con 20 gol segnati nell'Eredivisie. Poi il ritorno in Inghilterra senza lasciare il segno (6 presenze e zero reti tra il 2012 e il 2014 con le maglie di Manchester City e Stoke) e infine il trasferimento, di nuovo in prestito, al Celtic, dove trova spazio e reti, otto quest'anno nella Premier scozzese e una in Europa League, guarda caso proprio contro l'Inter. Ora il contratto con il City è in scadenza e deve scegliere il suo futuro. Il richiamo dell'Italia è forte: «Sono cresciuto in Africa giocando a piedi nudi. Ho sangue un po' italiano, un po' brasiliano (dalla parte della nonna, ndr)  e un po' svedese e mi piacerebbe poter giocare un giorno in Serie A» ha dichiarato qualche tempo fa, aggiungendo che nel 2007 per qualche giorno fu vicinissimo alla Samp, con la quale fece uno stage. Dovesse venire davvero a giocare nel nostro campionato avrebbe tutte le carte in regola: la tecnica c'è (calcia di destro e di sinistro, rigori e punizioni), ha un gran fisico (185 cm per 79 chili) e la personalità non gli manca: come Ibra è un amante del combattimento (Zlatan segue le arti marziali, lui tira di boxe) e come Ibra ha un'alta considerazione di sé. Quando gli dissero che il suo ben più famoso connazionale, conosceva il suo nome rispose così: «È giusto che Ibra sappia chi lo affiancherà un giorno in Nazionale». Per il momento ha conquistato la maglia dell'Under 21 svedese e questa sera giocherà proprio contro gli azzurrini all'Europeo: sarà solo un antipasto d'Italia, perchè, a sentire i bookmaker, nella prossima stagione avremo modo di osservarlo molto da vicino. AG/Agipro

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