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07/04/2010 | 18:33

Astro, Gioacchini: "La legalità è una scelta di campo"

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astro gioacchini la legalità è una scelta di campo

(p.g.) “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Una citazione di Corrado Alvaro chiude l'ultima nota di Paolo Gioacchini, vicepresidente di Astro, che ricorda, a proposito di recenti decisioni giudiziarie che hanno lasciato immuni da conseguenze penali alcune iniziative illecite o irregolari, come "legalità e illegalità sono scelte di campo, e pertanto scelte di vita, che 'pagano' solo se sposate in pieno, diventando invece opzioni pericolosamente insostenibili se sostenute a fasi alterne".

"L’associazione degli operatori del gioco lecito - si legge nella nota - si è già attivata per presentare in Commissione Giustizia un documento di sensibilizzazione sui reati commessi attraverso la violazione di norme sul gioco lecito, ovvero con danno per la raccolta pubblica di gioco, nel cui ambito si esorta l’introduzione di una normativa fondata su due principi innovativi: da un lato, la partecipazione al procedimento delle parti lese istituzionali, ovvero AAMS e associazioni di categoria, dall’altro, la previsione di una aggravante che sia specificamente applicabile alla lesione (fisica o giuridica) agli apparecchi da gioco lecito, o alla raccolta erariale di gioco".

Operare nella legalità è una scelta di campo, chi opera al di fuori delle norme "non è più operatore di gioco, non è più imprenditore, non possiede più un’azienda che produce occupazione e accresce di valore intrinseco, non ha più alcun tipo di dignità sociale, e, entro breve, non potrà più accedere a nessun accreditamento amministrativo".

Lavorando nel rispetto delle regole si deve sopportare "un onere aggiunto derivante dal minor guadagno rispetto al 'collega' disonesto", ma Astro ricorda che questo problema, nel nostro Paese, non affligge solo i gestori: "Non esiste professione, arte, mestiere, impresa, che non debba fare i conti con la facilità di guadagno dei competitors che le regole le stravolgono e non le rispettano".
L'invito è di rifiutare di "considerare 'colleghi' tali competitors" organizzandosi per elevare il livello di controllo generale, strutturando le rappresentanze di categoria affinché siano dotate di strumenti di segnalazione e intervento.

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