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Slot & Vlt

21/12/2012 | 16:58

Caso "Black Slot" - 105mila apparecchi sequestrati, 2,5 miliardi di danni. I giudici, sei anni dopo: "E' stato un errore" (3)

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caso black slot 105mila apparecchi sequestrati 25 miliardi di danni i giudici sei anni dopo e stato un errore 3

 

ROMA - Nel marzo 2007 arriva un secondo sequestro sempre nel veneziano, questa volta su una specifica tipologia di macchine le "Black Slot - Flexy Screen" per tre ordini di irregolarità. Nel febbraio 2007, nel frattempo, la Seconda Sezione del Tar del Lazio accoglie l'istanza di sospensione cautelare sulle decisioni assunte da Aams che aveva notificato all'azienda produttrice e distributrice degli apparecchi la revoca del "certificato di conformità" e ai provider l'ordine di dismettere tutti gli apparecchi del tipo "Black Slot - Flexy Screen".

Nel luglio 2007 il Giudice per le indagini preliminari avvia il procedimento ritenendo che le Black Slot avevano ottenuto la certificazione amministrativa di conformità da parte di Aams per effetto di attestazioni false rilasciate dagli enti certificatori. Nel settembre 2007 una nuova operazione del Comando provinciale di Venezia: 80.000 slot irregolari, dislocate in 49.000 bar, pub, locali notturni che nonostante l'autorizzazione e dichiarazioni di conformità di Aams che consentivano vincite oltre i limiti consentiti. L'operazione scatta dopo numerose segnalazioni effettuate dai cittadini. Dalle indagini emergono centinaia di società con sede nella provincia di Venezia, ma anche sul territorio nazionale, interessate nel processo di produzione, certificazione e commercializzazione della scheda Black Slot. In totale circa 105mila apparecchi tolti dalla circolazione più del 40% del mercato in attività, che all'epoca contava poco più di 200 mila slot in tutta Italia.

Da allora gli interrogatori si sono alternati ai numerosi rinvii, e alle prese di posizione dalle parti coinvolte. Inoltre, gli apparecchi distrutti sarebbero risultati leciti e conformi alle leggi vigenti, almeno secondo quanto emerso da una causa risarcitoria, ancora aperta al Tribunale di Roma, tra il gestore di apparecchi da intrattenimento e i Monopoli di Stato, con tanto di relazione di un consulente tecnico estraneo alle parti. Infine la sentenza di Venezia che cinque anni dopo non punisce nessuno e non individua i responsabili della distruzione di più di 105mila apparecchi. Una società e la sua produzione rimaste ferme per più di cinque anni, con il bollino nero di "cattive" del mercato. Ora il giudice ha deciso che non erano poi così "cattive", anzi, erano "buone". Ma il danno rimane e in questo ennesimo mistero tutto italiano non è dato sapere se e quando arriverà un risarcimento. SA/Agipro

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