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24/11/2009 | 13:27

GIOCHI – PRESENTATI I RISULTATI DELLA RICERCA “PROBLEM GAMBLING IN EUROPE”

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giochi presentati i risultati della ricerca problem gambling in europe
(c.r.) NOTTINGHAM - Il gioco e la sua deriva patologica al centro dello studio “Problem gambling in Europe: An Overview” condotto da Mark Griffiths, docente specializzato nel gambling della Nottingham Trent University. La ricerca parte dall'assioma che, in termini assoluti, i Paesi europei con la più ampia popolazione hanno il maggior numero di giocatori, sebbene la qualità sull'informazione dei giocatori stessi sia differente da nazione a nazione. Paesi come la Gran Bretagna, la Germania, l'Olanda, il Belgio, la Danimarca e la Svezia possono infatti contare su studi condotti in modo scientifico e con rigore empirico, decisamente attendibili e specchio fedele della realtà del comparto giochi, mentre altri, come ad esempio Francia, Austria, Russia, Spagna, si basano più su analisi condotte a livello locale, piuttosto che nazionale. Decisamente più frammentaria la situazione a livello di studi sul gambling in paesi quali Grecia, Portogallo, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, dove le informazioni sulla reale situazione dei giocatori appaiono non sempre complete.   IN EUROPA PERCENTUALE DI GIOCO PATOLOGICO TRA 0,5% E 2%   (c.r.) NOTTINGHAM – Dallo studio di Griffiths emerge che in Europa la percentuale media di gioco patologico è compresa tra lo 0,5 e il 2% della popolazione, con punte al 3% in alcuni paesi quali Svizzera, Estonia e Finlandia, mentre eccezioni in positivo si registrano in Danimarca (0,1%), Gran Bretagna, Svezia e Norvegia (0,3%) e Islanda (0,6%). Il rischio maggiore riguarda però i giovani. In Gran Bretagna, ad esempio, i problemi legati al gioco e alla dipendenza sono fino a cinque volte più elevati tra i giovani rispetto agli adulti, con tutto ciò che ne consegue. I problemi che possono nascere dal gioco d'azzardo, sottolinea la ricerca, interessano non soltanto l'aspetto economico, ma anche il lavoro, i rapporti interpersonali e non ultima la salute. Nel mirino gli apparecchi da gioco elettronici, che darebbero la maggiore dipendenza, slot machine in primis.   “PROBLEM GAMBLING IN EUROPE”, IL CASO ITALIANO   (c.r.) NOTTINGHAM – Sotto la lente anche il caso italiano. Nello studio di Griffiths emerge che il 37% degli uomini gioca per guadagnare denaro, contro il 28,5% delle donne, mentre l'aspetto ludico piace più alle giocatrici (24%), contro il 21% dei maschi. L'80% della popolazione italiana avrebbe partecipato ad almeno un gioco nell'ultimo anno, mentre i giocatori più incalliti sarebbero quelli compresi nella fascia d'età 30-49 (39% del totale). I risultati della ricerca dicono inoltre che i giovani preferiscono i giochi di abilità, anziché le lotterie tradizionali, anche se si stima che l'8% dei giovani è “a rischio”, mentre il 2% rientra nella fascia di scommettitore patologico.

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