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Slot & Vlt

13/04/2010 | 10:45

Giochi pubblici, Marino (Mag consulenti associati): "Le Vlt salveranno punti vendita specializzati"

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giochi pubblici marino mag consulenti associati le vlt salveranno punti vendita specializzati

(n.t.) Il gioco cresce da sei anni in termini di raccolta, sfiorerà probabilmente i 60 miliardi di euro nel 2010 con circa 8 miliardi di ricavi per la filiera. Non tutto però va a gonfie vele, secondo Guido Marino, amministratore di Mag Consulenti Associati: “Alcuni settori mostrano da tempo segni di evidente sofferenza. Basta qualche numero per dimostrarlo: nel 2003 i “locali specializzati” (quelli dedicati al bingo ed al gioco su base sportiva ed ippica) avevano venduto circa 5,8 miliardi, nel 2009 le vendite si sono attestate sui 6,3 miliardi.  Una stasi a livello complessivo, ma con un andamento sicuramente preoccupante per il singolo punto di vendita".


Per quale motivo?
Nel 2003 i punti di vendita attivi principali erano circa 1.200 (300 bingo e 900 tra sport ed ippica, molti con doppia concessione) a cui si aggiungevano circa 6.000 ricevitorie che facevano praticamente tutto il venduto dei concorsi pronostici a base sportiva ed un 70% circa della tris. Nel 2009 i punti principali sono circa 3.000 (200 bingo, 2.200 agenzie di scommesse di cui circa 1.200 con doppia licenza e 600 corner sportivi ad alto business) e i punti secondari consistono in circa 3.000 corner (che vendono la quota residua di ippica nazionale e scommesse sportive). Unitariamente i punti specializzati, quindi, vendono molto meno che nel 2003.


Qual è allora lo scenario futuro?
Ormai da anni i punti specializzati riescono a sopravvivere, in taluni casi a vivere bene, solo in quanto luoghi privilegiati di installazione di new slot. Nel prossimo futuro diventeranno sedi vocazionali delle videolotteries  allontanandosi sempre di più dalla loro “missione” iniziale. E’ un fenomeno peraltro che si è verificato anche altrove: nel Regno Unito i betting shop sono andati avanti per anni grazie alle Fobt’s (fixed odd betting terminals, ndr). Questo trend, però, se non compreso ed assecondato nella maniera più opportuna dal regolatore, può portare conseguenze drasticamente negative dal punto di vista economico per gli operatori di gioco e per il movimento delle scommesse in generale.


In che direzione dovrebbe muoversi il regolatore, in questo caso i Monopoli di Stato?
I punti di intervento, a mio avviso, sono diversi: per quanto riguarda i locali occorre eliminare molte anacronistiche specifiche tecniche previste nei capitolati e lasciare molta più libertà di localizzazione. Nel bingo bisogna avviare velocemente la diversificazione di prodotto prevista dal decreto anticrisi di luglio, mentre nelle scommesse ippiche occorre definire ed attuare un piano di rilancio, consci che comunque occorreranno molti anni per recuperare volumi significativi di venduto.


E per le scommesse sportive?
Sono necessari alcuni ritocchi all’imposta ma soprattutto giungere alla liberalizzazione del palinsesto in tempi brevi. Si è potuto constatare come l’assenza nei sistemi informativi e nelle strutture organizzative degli operatori italiani di applicazioni e competenze per la gestione del palinsesto costituisca un grave vincolo allo sviluppo all’estero dell’industria nazionale del betting, superabile solo con investimenti aggiuntivi non facilmente ammortizzabili nel breve termine.


Senza interventi di restyling, quali sono i rischi per il mercato?
Se non si attuano questi interventi assisteremo nel giro di pochi anni, da un lato, alla trasformazione di molti “locali specializzati” in mini casinò e, dall’altro, alla chiusura di quei locali che non risultano idonei al nuovo business. In ogni caso, l’industria del betting italiana avrà perso ogni occasione per assumere un ruolo centrale a livello internazionale. Un discorso a parte deve essere fatto per i corner e le ricevitorie esaminando tutte le opportunità che possono derivare da una strategia di integrazione con l’on line, ma questo è un tema che affronteremo un'altra volta.

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