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Estero

27/09/2021 | 12:20

Scommesse, Uk: stretta del Governo, no alle sponsorizzazioni degli operatori esteri nel calcio

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ROMA - Via i loghi delle società di betting dalle maglie delle squadre di calcio e stop alle sponsorizzazioni da parte di società di scommesse "non-UK". Le ultime indiscrezioni sul giro di vite del governo britannico arrivano dal Guardian, secondo cui le misure sono al vaglio nel piano di riforma del settore giochi e verranno annunciate entro poche settimane. Oltre al divieto assoluto per le sponsorship di maglia, il Governo ha messo nel mirino anche il controverso sistema "white label", utilizzato dagli operatori esteri (principalmente asiatici) per siglare accordi di sponsorizzazione nel Regno Unito. In questo caso le società si servono di partnership con piccole aziende - generalmente dell'Isola di Man o di Malta - in possesso di una licenza di gioco britannica che "affittano" ai marchi d'oltreoceano. In questo modo sono possibili accordi di sponsorship, ad esempio per i cartelloni a bordocampo. Una scappatoia sulla quale sono sorte preoccupazioni, vista la poca trasparenza sulla proprietà delle società e il loro modo di operare. Nel frattempo. da parte del Department for Digital, Culture, Media and Sport continua anche l'esame per il divieto di sponsorizzazione da parte di aziende britanniche, in particolare per le maglie delle squadre. Attualmente nove dei venti club di Premier League hanno una "jersey sponsorship" con operatori di scommesse, e il main sponsor della EFL Championship (la seconda divisione di calcio) è un'azienda di betting. È proprio la Football League a beneficiare maggiormente degli accordi con le società di gioco, con un valore stimato di 40 milioni di sterline l'anno.
«Siamo preoccupati perché le sponsorizzazioni dal settore delle scommesse sono una parte importante del finanziamento della Football League», ha spiegato l'amministratore delegato EFL, Trevor Birch. «Se quella strada ci viene preclusa, ci sarà un impatto sostanziale sulle nostre finanze». Al momento si ritiene improbabile un divieto assoluto di pubblicità dal mondo del gaming, ma secondo Birch l'industria del gioco dovrà comunque fornire un aiuto in caso di restrizioni.
«Il settore guadagna molto grazie al calcio e riteniamo che dovrebbe dare in qualche modo un contributo, anche una forma diversa rispetto alla sponsorizzazione delle maglie».
LL/Agipro

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