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Gratta e Vinci

09/03/2010 | 13:24

Consiglio di Stato, Bando Gratta e Vinci: in una settimana la decisione

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consiglio di stato bando gratta e vinci in una settimana la decisione

Oggi la discussione in udienza pubblica, sentenza e motivazioni attese in 30-45 giorni...

Dal nostro inviato al Consiglio di Stato, Paolo Giannace -
Si è discusso oggi presso la IV sezione del Consiglio di Stato il ricorso dei Monopoli e del Consorzio Lotterie Nazionali contro l'annullamento deciso nel novembre scorso dal Tar del Lazio, del Bando di gara per la nuova concessione del Gratta e Vinci, il cui inizio è previsto per il prossimo 1 giugno. La decisione dei giudici dovrebbe essere nota nel giro di una settimana, mentre sentenza e motivazioni saranno pubblicate entro 30-45 giorni.

Nella prima fase dell'udienza pubblica, l'avvocato Tortora dell'Avvocatura di Stato, ha combattuto la fondatezza delle argomentazioni con cui il Tar ha annullato la gara: “Non si configurano privilegi per l'attuale concessionario. Il Consorzio Lotterie Nazionali ha 45 mila punti vendita, ma Sisal ha una rete di portata simile, con circa 35 mila punti, di cui 12 mila circa in comune con il Consorzio”. Il bando prevede una concessione di nove anni divisa in due periodi: al termine del quinto anno i Monopoli devono procedere a una verifica ed eventualmente dare il placet per i successivi quattro anni. Un punto finito nel mirino del Tar e che l'Avvocatura ha ritenuto invece necessario, ravvisando per i Monopoli l'esigenza di tutelarsi dalla prosecuzione di un rapporto con soggetto non adatto "con effetti sulle entrate erariali". Inoltre, la verifica non sarebbe stata “pesante”: “Si chiede solo che ogni competitor accresca l'attività rispetto ad anno precedente. Fra l'altro, il mancato raggiungimento dell'obiettivo prefissato deve verificarsi per tre esercizi di seguito".
In merito all'una tantum di 800 milioni destinata allo Stato a titolo di ingresso, reputata da Sisal eccessivamente gravosa e non proporzionata, l'Avvocatura sostiene invece che si tratta di un onere “pienamente proporzionato a una gara che mette in palio 10 miliardi. Lo Stato chiede un servizio capillare e diffuso, requisito irrinunciabile. Nulla di irragionevole". Le soluzioni proposte dal Tar, sempre secondo l'avvocatura, sono impraticabili: "Non è possibile rapportare il diritto di ingresso alla quota di mercato, che può essere quantificata solo dopo".

Bando Gratta e Vinci. De Vergottini (Consorzio Lotterie Nazionali): “Sull'ipotesi di discriminazione per i nuovi competitor il Tar ha frainteso”

Dall'inviato al Consiglio di Stato Paolo Giannace -
La sentenza del Tar che ha annullato il bando di gara per i gratta e vinci "si basa molto sul diritto di ingresso, ma la somma non è quella indicata visto che andava ripartita sui diversi possibili partecipanti. Non c'era una situazione realmente impeditiva, nessuna discriminazione". E' quanto hanno evidenziato i legali del Consorzio Lotterie Nazionali nel corso dell'udienza pubblica al Consiglio di Stato, in relazione agli 800 milioni previsti come una tantum a carico dei concessionari promossi dal bando. “In realtà, sulla presunta posizione discriminatoria il Tar ha frainteso i presupposti della gara, che mette in gioco l'intero mercato gratta e vinci". Altro travisamento indotto dalle posizioni del Tar, secondo il legale del Consorzio, Giuseppe De Vergottini, è quello sulla verifica dei prodotti di gioco dopo cinque anni di concessione: "Vanno considerati solo i nuovi prodotti, mentre il Tar considera anche quelli precedenti. E' stata data un'immagine di un mercato gratta e vinci sclerotizzato e rigido, mentre dati storici indicano il contrario". I legali del Consorzio hanno presentato una perizia in controtendenza rispetto a quella di Sisal: “Il mercato ha margini per una possibile espansione, le quote del Consorzio possono essere erose da nuovi competitor. Il mercato è scalabile, non immobile. Sisal con giusti investimenti, inventiva e nuovi prodotti si potrebbe affermare sul mercato". Per i nuovi operatori ci sarebbe la possibilità di andare in attivo, secondo la perizia presentata dal Consorzio, a partire dal primo o dal secondo anno di attività. I legali del Consorzio Lotterie hanno ricordato come la gara fosse aperta a "primari operatori di settore, Sisal è un operatore leader, potrebbe diventare leader anche in questo settore. Invece per ragioni puramente soggettive Sisal ha deciso di non partecipare, non ha voluto impegnarsi e rischiare e ha deciso di non presentarsi, anzi anticipatamente ha dichiarato intenzione di presentare ricorso avverso al bando".

Mazzei (Sisal): "Bando impossibile: con partecipazione perdite fino a 300 milioni"

Dall'inviato al Consiglio di Stato Paolo Giannace -
"Sisal ha dichiarato dall'inizio l'intenzione di non partecipare ad un bando in perdita, fatto su misura: qualunque operatore diverso dal consorzio si sarebbe 'bruciato'". E' la replica di Rodolfo Mazzei, legale di Sisal, durante l'udienza pubblica in Consiglio di Stato sul ricorso per il bando di gara per i Gratta e Vinci.
"Vi era un profilo di totale incertezza sull'oggetto della concessione, sfuggente a seconda dal punto di vista da cui si guarda - ha proseguito - lo stesso bando mette in atto proroga e concessione. L'attuale mercato viene impacchettato e consegnato all'attuale concessionario fino al 2012".
"Si è fatta una gara per un mercato da 10 miliardi, ma bloccato almeno per venti mesi. C'è inoltre da considerare che in 6 anni i Gratta e Vinci hanno avuto una crescita esponenziale, ma nell'ultimo anno è stata solo dello 0,7%. Questo dimostra che si tratta di un mercato maturo, ci sono esigui margini per nuovi arrivati. Lo dimostra anche il fatto che ad un bando pensato per 4 concessionari, come pronosticato da Sisal nessuno si è presentato alla gara". I motivi? "Partecipare alla gara avrebbe comportato una perdita fino a 300 milioni di euro. E non stiamo parlando di un contratto di diritto privato, in cui la perdita è ammessa, visto che si deve perseguire l'interesse pubblico. La mancata convenienza nel diritto pubblico non è consentita in maniera imperativa. L'offerta possibile di Sisal sarebbe stata "nulla", avrebbe dovuto partecipare alla gara solo per avere diritto a contraddire".
Sulla procedura di selezione, secondo Mazzei, "il mercato lotterie non è unico 'lago di pesca'. Un nuovo competitor ha la possibilità di creare il proprio 'laghetto', ma non si tratta di una sitauzione omogenea". Una condizione che avrebbe pesato sulle verifiche successive per il mantenimento della concessione". Dunque "non c'erano le condizioni giuridiche ed economiche per la partecipazione. Ma non si tratta di valutazioni 'soggettive': solo due anni fa per la gara del Superenalotto, con un mercato complessivo da 2,5 miliardi di euro, la base d'asta era 10 milioni. Il diritto d'ingresso chiesto dall'amministrazione è stato moltiplicato nel giro di due anni da 1 a 80. Il concessionario - che dovrebbe restituire allo Stato concesione, marchi, rete e terminali - ha un vantaggio dal punto di vista finanziario di 40-50 milioni, mantiene per 20 mesi un aggio del 4.36% (dal 31 gennaio la provvigione sarà del 3,9%) e dal punto di vista logistico e organizzativo di enorme valore, visto che gli altri devono costruirsela, la rete. Sisal non ha partecipato - ha concluso Mazzei - non solo perchè non ha trovato soldi per una gara in perdita, ma perchè, a fronte di un investimento coniderevole, sarebbe comunque stata buttata fuori alla verifica del quinto anno".

L'Avvocatura: "Vizio di fondo nella posizione Sisal"

Dall'inviato al Consiglio di Stato Paolo Giannace -
Per l'Avvocatura di Stato la posizione di Sisal presenta "un vizio di fondo: il presupposto che il bando consegni al Consorzio Lotterie un 'pacchetto' su cui la Sisal avrebbe possibilità di inserimento solo nella parte incrementale è una tesi errata. La possibilità di vendere i gratta e vinci già in corso, per il Consorzio, non è una consegna, non è detto che il consumatore comprerà i prodotti "vecchi" non prendendo in considerazione i nuovi tagliandi".
In merito alla verifica della concessione, secondo l'Avvocatura questa si svolge "in parte preponderante quando la proroga è già terminata e viene comunque effettuata sui risultati dei singoli concessionari. Viene richiesto il soddisfacimento di risultati minimali rispetto all'interesse erariale". L'avvocatura ha inoltre sottolineato la rilevanza delle cifre in ballo, che sono state "già allocate e destinate a scopi ben precisi dal Governo". Il Presidente della IV Sezione ha peraltro sottolineato che non è interesse del tribunale indagare le finalità dei fondi raccolti con il bando di gara: "Qui stiamo discutendo aspetti ben diversi" ha concluso il presidente Trotta.

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