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Gratta e Vinci

30/04/2010 | 13:26

Gara Gratta e Vinci, Pellicioli (Pres. Lottomatica): "Mercato con due concessionari non privo di rischi"

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(red.) ROMA - Nel corso dello svolgimento dell’Assemblea degli azionisti di Lottomatica, in ordine alla vicenda della gara per il rinnovo della concessione del Gratta&Vinci, il presidente di Lottomatica, Lorenzo Pellicioli, ha precisato che «premesso che Lottomatica, come ha sempre dichiarato, è pronta ad affrontare sia la situazione ad un concessionario che quello a due, non posso non rimarcare la peculiare situazione di un’azienda come le Poste, controllate dal Ministero dell’Economia, che investirebbe direttamente o indirettamente 140 milioni di euro in un’impresa dagli esiti economici incerti per partecipare ad una gara indetta dallo stesso Ministero. Al di là del profilo giuridico, tutto da verificare, se la ragione di tutto ciò è la possibilità di vendere biglietti del Gratta&Vinci negli uffici postali, un accordo commerciale basterebbe e sarebbe totalmente privo di rischi. Il Consorzio Lotterie Nazionali, di cui fa parte Lottomatica, come sanno bene le Poste, è da sempre disponibile ad un accordo di questo genere. Il futuro modello di distribuzione del Gratta&Vinci – ha proseguito Pellicioli - se dovesse partecipare un secondo concorrente nella gara, rappresenterebbe un “caso” unico al mondo, non privo di rischi operativi. Lottomatica come al solito è pronta a dare il proprio contributo, con il senso di responsabilità che la contraddistingue, al fianco dei Monopoli di Stato. Gli obiettivi prioritari sono la tutela del consumatore, la chiarezza dei rapporti con la rete di vendita e la difesa e lo sviluppo delle entrate erariali. Le azioni di queste ultime ore svolte da SISAL sulla rete dei punti vendita non dimostrano certo lo stesso senso di responsabilità – prosegue Pellicioli. Tutti gli operatori devono essere consapevoli del rischio di compromettere la forza di un marchio apprezzato da più di 17 milioni di appassionati, che nel solo anno 2009 ha prodotto entrate erariali per quasi 2 miliardi di euro».

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