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Poker & Casinò

02/10/2012 | 13:28

Poker, dallo United alla Ferrari: tutti i segreti di Sam Trickett

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poker dallo united alla ferrari tutti i segreti di sam trickett

ROMA - Ha vinto dieci milioni di dollari, ma non ne ha sborsato nemmeno uno per iscriversi al One Drop, il torneo di poker più ricco della storia, con una quota d'ingresso da un milione. È la storia vera di Sam Trickett, il player britannico più vincente di sempre, che ha svelato i retroscena sul torneo giocato a Las Vegas, in un'intervista rilasciata al mensile Bluff Europe. «Sì, è vero - confessa Sam - ho trovato uno sponsor che mi ha pagato l'intera quota di iscrizione, con l'accordo di dividere a metà l'eventuale premio conquistato». I dieci milioni conquistati con il secondo posto sono dunque diventati cinque per Sam, che comunque non si lamenta: «Arrivare secondo non mi fa mai piacere, ma questa volta - al di là dell'ottimo premio vinto - ho mugugnato di meno rispetto al solito. Sono arrivato all'heads up con Antonio Esfandiari in netto svantaggio, lui aveva il triplo delle mie fiches, per questo ci poteva stare un secondo posto. Mi ha fatto molto più male, ad esempio, arrivare secondo all'Aussie Millions contro Erik Seidel: lì avevo cinque volte le sue fiches, ma lui è riuscito a rimontarmi e vincere». Quanto al livello dei suo avversari al One Drop, Sam ammette che è stato un po' spiazzato dal fatto di giocare contro una platea fatta di businessmen oltre che di veri e propri professionisti. «È strano giocare contro di loro, perché il fatto che non siano "pro" ti costringe a pensare ancora di più alle motivazioni delle loro giocate». Chiuso l'argomento poker, Trickett si lascia andare a qualche confessione più personale. Come quella sulla Ferrari appena acquistata: «Era il sogno di una vita, da ragazzo avevo un poster di una Rossa in camera e ci avevo attaccato su un bigliettino con scritto "maybe one day". Ora che ce l'ho, capisco perché una Ferrari sia il sogno di tutti». E poi anche qualche anticipazione sul suo futuro: «Sono tornato nella mia città natale dopo aver vissuto a Londra, che era troppo "fredda" per me. Qui a Retford invece ci sono tutti i mie amici ed è quello che conta. In futuro, se avrò voglia di spostarmi, potrei trasferirmi a Manchester: anche lì ho tanti amici e poi sarebbe più comodo andare all'Old Trafford e vedere le partite dello United, di cui sono un grande tifoso». AG/Agipro
 

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