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Poker & Casinò

13/03/2014 | 13:09

Poker live, Commissione Ue: "Tassazione italiana su vincite all'estero non coerente con principi comunitari"

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ROMA – Non è possibile tassare in maniera differente le vincite ottenute al gioco in Italia e quelle ottenute all'estero: è quanto suggerisce la Commissione Europea nelle osservazioni inviate alla Corte di Giustizia, relative alla vicenda riguardante due giocatori di poker italiani a cui il fisco contesta la mancata denuncia di alcune vincite conseguite in tornei organizzati da casinò esteri, chiedendo il pagamento di circa 550mila euro complessivi, tra presunte imposte evase, interessi e sanzioni.

La vicenda parte dalla Commissione Tributaria di Roma, che ha inviato alla Corte di Giustizia il caso dei due giocatori (uno di questi è Cristiano Blanco) che contestano la normativa italiana: le vincite nel nostro Paese vengono tassate alla fonte – di conseguenza è la casa da gioco a versare le imposte, non il giocatore – mentre quelle conseguite all'estero vengono considerate come “altri redditi”, e quindi sono assoggettate a Irpef; i giudici romani, tuttavia, anziché decidere direttamente la questione, mediante disapplicazione delle norme italiane in contrasto con quelle dell’Unione, hanno deciso di sollevare la questione pregiudiziale davanti la Corte di Giustizia, per stabilire se la violazione del diritto comunitario possa giustificarsi con motivi di ordine pubblico, sicurezza e salute pubblica. Secondo la Commissione Europea, che ha depositato le proprie osservazioni sulla vicenda i principi comunitari sono contrari a “una legislazione, come quella italiana descritta dal giudice di rinvio, che assoggetti a imposta sul reddito le vincite da gioco conseguite in case da gioco stabilite in altri Stati membri, e che al contrario non assoggetti alla stessa imposta le vincite al gioco conseguite in case da gioco stabilite in Italia”. Il parere della Commissione non è vincolante per la decisione dei giudici comunitari, ma rappresenta di certo un punto a favore delle tesi difensive dei giocatori. La normativa italiana e la disparità nel trattamento delle vincite, sottolinea ancora la Commissione, “non appare né idonea, né proporzionata a raggiungere l'obiettivo di prevenire il riciclaggio di denaro sporco. Infatti, se anche i proventi della criminalità organizzata in Italia nel 2011 ammontino a 150 miliardi di euro, non si evince in alcun modo che tali proventi siano tutti o maggiormente stati realizzati all'estero, ragion per la quale è difficile comprendere il trattamento discriminatorio delle vincite conseguite in casino stabiliti in altri Stati membri”. Una norma che non appare motivata neanche dal contrasto al gioco problematico, la Commissione non ritiene idoneo a scoraggiare la ludopatia “mediante un sistema di imposizione fiscale, il gioco d'azzardo effettuato in altri Stati membri”, se poi una misura analoga non viene applicata anche alle vincite ottenute in Italia”.

RED/Agipro

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