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Slot & Vlt

08/07/2005 | 18:01

NEW SLOT: BARBARITO (AAMS): “SICUREZZA E LEGALITA' VALORI AGGIUNTI NELL'OFFERTA DEL SE

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(a.c.) La piccola rivoluzione che da settembre riguarderà gli apparecchi da intrattenimento giunge in un momento in cui il “settore illegale” subisce un duro e tenace attacco da parte delle forze dell’ordine: non si è ancora spenta l’eco dell’operazione condotta da parte della Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha visto il sequestro nella Capitale di 60 apparecchi illegali e la denuncia di 20 gestori di esercizi che gestivano il gioco d’azzardo.
Dal canto loro i Monopoli di Stato, attraverso l’accordo sancito martedì scorso con la F.i.p.e. ConfCommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) riguardante le New Slot (apparecchi che, collegati con la rete telematica allestita da Aams, dal 2004 consentono vincite in denaro), hanno come obiettivo quello di contrastare i fenomeni di irregolarità e illegalità del settore: è previsto infatti che agli esercizi commerciali in possesso dell’attestato riconosciuto da Aams e da F.i.p.e. venga rilasciato da settembre il “Bollino Newslot”, atto a certificare la regolarità e la liceità del gioco nel punto vendita che lo espone. Ma come difendersi dalle macchine illegali? Come riconoscerle? In quale mercato si inseriscono?
Anna Maria Barbarito, Dirigente dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, in un incontro con la stampa avvenuto nel corso della 60esima assemblea della Fi.p.e ha tracciato un profilo dell’emergente settore delle New Slot: “Cominciano con il dire che gli apparecchi legali restituiscono in vincite il 75% di quello che si inserisce, mentre gli apparecchi illegali restituiscono circa il 30-40%. Anche se apparentemente con un apparecchio illegale sembra che ci si diverta di più, perché si inseriscono più monete, in realtà si perde anche molto di più. In un apparecchio illegale non c’è la sicurezza di una certificazione sui parametri di funzionamento. Le macchine non certificate (dunque illegali n.d.r) - prosegue la Barbarito – sono in tutto e per tutto identiche alle New Slot, quindi anche la percezione che ha il giocatore non è immediata, in pratica non si hanno tutti gli strumenti per poter distinguere un apparecchio legale da uno illegale.”
Oggi distinguere un apparecchio con certificazione da uno che ne è sprovvisto è senza dubbio più facile ed Anna Maria Barbarito ha spiegato il perché: “L’apparecchio legale è contrassegnato dal nullaosta di distribuzione, cioè dai documenti di autorizzazione da parte dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, che certificano che quello stesso apparecchio è stato controllato. L’apparecchio legale deve avere il nullaosta in originale apposto sulla macchina”.
Quello delle New Slot è senza dubbio un settore in piena espansione, così come testimoniano i numeri legati alla distribuzione nelle regioni italiane nei vari esercizi: al primo luglio 2005  il totale degli apparecchi da intrattenimento presenti sul territorio è di 163.840 unità, incluse le New slot in giacenza nei magazzini delle società di distribuzione (16.496). Sul territorio italiano gli apparecchi possono facilmente trovarsi all’interno di agenzie di scommesse (4.410), negli alberghi (674), nei bar (107.733), in circoli privati (7.560), in esercizi raccolta scommesse (11.098), nei ristoranti (4.078), nelle sale giochi (11.655), negli stabilimenti balneari (136).
Il gioco legale con apparecchi sicuri aiuta il mercato: “Dotare le New slot di un bollino” – ha aggiunto la Barbarito – “deve diventare un vantaggio competitivo. Questa è una rivoluzione che ha bisogno di tempo: l’obiettivo è arrivare a pensare che sicurezza e legalità siano insieme valori aggiunti nell’offerta di servizi all’interno di un esercizio come un bar. Il percorso è lungo e l’obiettivo non potrà essere raggiunto immediatamente.”
Importante sarà anche il ruolo degli esercenti: “Fino ad oggi l’esercente ha messo a disposizione uno spazio, ed è esattamente qui che avviene il salto di qualità: non si può più pensare semplicemente di fornire uno spazio, bensì di offrire una partecipazione attiva nel cambiamento di cultura del sistema”.

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