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16/06/2005 | 15:33

NEW SLOT: F.I.P.E.- CONFCOMMERCIO ED AAMS, UNA STRATEGIA COMUNE PER GLI APPARECCHI DA INTRATTENI

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new slot f i p e confcommercio ed aams una strategia comune per gli apparecchi da intratteni

(a.c.) ROMA – La F.i.p.e.- Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) compie sessanta anni: lo statuto della Federazione, infatti, entrò in vigore il 16 giugno del 1945. E’ utile ricordare come F.i.p.e., in questo suo cammino, abbia costituito un osservatorio speciale attraverso cui è stato possibile monitorare i mutamenti della società italiana dal dopo guerra ad oggi. In questo contesto di enorme rilevanza storica e sociale, e soprattutto considerando il nuovo ruolo che la F.i.p.e. ricoprirà all’interno del settore degli apparecchi di intrattenimento (in pieno accordo con l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), si è voluto dare ampio spazio ai progetti futuri della Federazione, così come testimonia l’intervista rilasciata ad Agipro dal Direttore Generale di F.i.p.e.- Confcommercio, Edi Sommariva.
“Sono sessant’anni di vita di un’associazione, ma anche un periodo di storia di un paese” – ha dichiarato Sommariva – “da un’Italia agricola, e poi industriale, siamo arrivati ad un paese sempre più proiettato verso il terziario. Mentre nei primi anni di vita della Federazione gli operatori erano certamente meno numerosi, e di sicuro meno professionali di adesso, un po’ alla volta questi hanno accompagnato l’evoluzione della società, assumendo un ruolo rilevante, nell’economia e nel tessuto sociale del paese. Allora il pubblico esercizio era sostanzialmente un luogo di ritrovo sociale, mentre oggi è molto di  più: è non solo un luogo in cui si offrono servizi diversificati, ma è anche un luogo in cui si fa esperienza, dove si rinnovano persino gli stili di vita.”

I dati fondamentali relativi ai pubblici esercizi in Italia parlano chiaro, soprattutto in termini di crescita: 130.000 sono i bar, di cui fanno parte a pieno titolo anche i “pub”, 80.000 i ristoranti, 5.000 le discoteche, 4.000 gli stabilimenti balneari, fino a giungere alle imprese di ristorazione collettiva (mense) e a tutte le grandi catene di ristorazione, rappresentate dagli autogrill. Di questo esercito formato da un eterogeneo “mix” di piccoli bar e di grandi catene, F.i.p.e. rappresenta un corposo 60%: una diversità assolutamente intesa come patrimonio da difendere.
L’evoluzione del costume, e l’incedere incalzante della richiesta di servizi, hanno portato, in pochissimi anni, ad una trasformazione del concetto di pubblico esercizio, così come testimoniano i bar: “15 anni fa” – spiega Sommariva – “Il Presidente della F.i.p.e.-Confcommercio, Sergio Billè, disse ai nostri associati che il bar doveva diventare il ‘terminale intelligente della società, individuando in questa definizione due diversi aspetti: l’esercizio doveva in qualche modo raccogliere le esigenze, le emozioni, le attese della società, offrendo al tempo stesso servizi aggiuntivi. Se si riflette sul fatto che almeno 20 milioni di italiani passano per il pubblico esercizio, possiamo anche comprendere il ‘perché’ abbia avuto tanto successo l’offerta di servizi come le ricariche telefoniche, il pagamento delle sanzioni attraverso un terminale, la fornitura dei più disparati servizi di informazione. Il bar, forse ancor più della tabaccheria, è l’esercizio che rimane più aperto in assoluto nell’arco delle 24 ore. Questi, ed altri motivi, hanno indotto i gestori dei bar ha offrire una sempre più vasta gamma di servizi, che sicuramente andrà ad ampliarsi in futuro.”

E tra i servizi offerti c’è sicuramente quello degli apparecchi da intrattenimento: “Sin da quando venne promulgata la prima legge relativa a quelle macchine che noi definivamo ‘videopoker al bar’, F.i.p.e. si preoccupò subito dell’aspetto sociale ed etico. Noi consideriamo il gioco un’integrazione al servizio del bar, quindi un’integrazione dei ricavi, non la sostituzione delle entrate del classico bar con il gioco. Se così fosse creeremmo e sosterremmo nuove ‘sale giochi’. In questa logica ci siamo mossi sin dall’inizio, ed abbiamo patito molto, così come hanno patito i nostri associati che in alcuni casi, più o meno inconsapevolmente, andavano contro la legge; è stato per questo motivo che abbiamo spinto, e spingiamo, per una riforma legislativa. La legge dovrebbe dare una tranquillità ed una serenità di atteggiamento e di comportamento nei confronti del consumatore: tra un sequestro di apparecchi illegali in una città ed il ritiro di una licenza di un esercizio, è proprio il consumatore a non sapere più dove poter giocare in tutta serenità. Per questo fine è quindi utile stabilire con quali macchine ed in quali luoghi si possa giocare in sicurezza.”

“Da questo punto di vista” – ha proseguito Sommariva – “noi abbiamo recepito una sollecitazione proveniente dai Monopoli di Stato e dallo stesso Sottosegretario alle Finanze con delega ai Giochi, Manlio Contento. Con AAMS stiamo costruendo un progetto teso ad individuare, con opportune modalità, i luoghi in cui si possa giocare in completa sicurezza. Si gioca e si vince del denaro, è bene ricordarlo, benché in una quantità talmente modica, che non dovrebbe dare alcuna problematica o risvolto sul sociale.”
E proprio di questo progetto si parlerà presso la 60esima Assemblea federale di F.i.p.e. in programma a St. Vincent il 4 e 5 luglio: “Nella nostra assemblea del sessantennale di St. Vincent” - spiega il Direttore Generale di F.i.p.e. - presenteremo questa campagna concertata con AAMS.”
Legalità e mercato, dunque, le parole d’ordine sposate anche dai vertici di F.i.p.e.: “Legalità per noi è sinonimo di concorrenza leale” – ha concluso Sommariva – “se un esercizio soccombe di fronte ad un concorrente che usa varie forme di abusivismo, o di evasione, indubbiamente questa è una lotta impari che porta, non solo danni al paese, ma distribuisce, inevitabilmente, costi per tutti.”

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