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Attualità e Politica

29/07/2017 | 18:07

Casalecchio di Reno (BO): via libera a regolamento comunale, distanze minime per apparecchi e sale giochi

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ROMA - Approvato, a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, il  "Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito” che tiene conto delle distanze minime dai luoghi sensibili di slot machines e sale slot, previste dalla Delibera di Giunta Regionale dell'Emilia Romagna del giugno scorso. La novità fondamentale di questo regolamento - spiegano dal Comune - è l’introduzione delle distanze dai luoghi sensibili per le sale gioco, sale scommesse e gli esercizi commerciali che ospitano slot machines che non potranno svolgere l’attività di gioco se si trovano a meno di 500 metri di distanza da uno dei luoghi sensibili definiti dalla Regione (scuole di ogni ordine e grado, luoghi di culto, strutture socio-sanitarie, ecc.). Approvata anche la mappatura dei luoghi sensibili presenti sul territorio
comunale, indispensabile per il calcolo delle distanze. Il regolamento prevede che le sale slot che si trovano all’interno dei 500 metri avranno poi 6 mesi di tempo se decidono di chiudere oppure un anno se scelgono di spostarsi, mentre gli esercizi commerciali che ospitano slot machines, al termine delle concessioni in essere, non potranno rinnovarle. A Casalecchio di Reno sono presenti 41 attività commerciali che ospitano slot machines al loro interno e 4 sale gioco/sale scommesse dedicate, per un totale di 175 slot machines.

“Il provvedimento ci dà il tempo per aprire un confronto con le attività che ospitano slot all’interno della fascia di rispetto per supportarle nella riconversione degli spazi. - ha spiegato il sindaco Massimo Bosso - I segnali che arrivano dal territorio sono preoccupanti e denotano una propensione al gioco in continuo aumento con tutte le implicazioni negative che questo comporta. Come amministratori non possiamo non intervenire consci degli effetti che questo fenomeno ha sulla salute e sui rapporti sociali. Non si tratta di proibizionismo ma di riduzione dell’offerta e conseguentemente del danno. Crediamo che le nostre attività commerciali siano mature per ragionare assieme alle Istituzioni su come superare questa condizione con il supporto della comunità tutta e per il bene della comunità stessa”.


RED/Agipro

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